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Dati e risposte: il dataismo al servizio dei retail

Dati e dataismo per il retail

Diciamo molto della nostra identità sotto forma di dati e i dati dicono molto di noi se interrogati correttamente. Il  dataismo è la scienza che attraverso il flusso di informazioni da noi fornite online è in grado di dare risposte a interrogativi che potremmo porci: quale libro leggere, che smartphone comprare, dove mangiare a cena, addirittura che partner scegliere.

Come afferma Silvia Vianello sull’ultimo numero di Marketplace, il dataismo non è un oracolo o un oroscopo: siamo noi utenti, navigatori di internet e consumatori che forniamo le risposte alle nostre domande, solo non ce ne rendiamo conto.

Raccontiamo sempre di noi sotto forma di dati

Ogni giorno condividiamo molte delle nostre abitudini sotto forma di dati. Inviamo email, mandiamo messaggi, postiamo commenti e foto su piattaforme social, facciamo acquisti online e geolocalizziamo i nostri spostamenti. Con queste azioni, inconsapevolmente o consapevolmente tracciamo i nostri comportamenti e permettiamo a colossi del web come Google di ricostruire parte della nostra identità e quindi di offrirci esperienze online personalizzate.

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Il dataismo e i grandi colossi

Per esempio, come spiega la professoressa Vianello, Amazon utilizza l’esperienza pregressa di shopping dei consumatori per suggerire nuovi prodotti. Allo storico degli acquisti si aggiungono device che collezionano informazioni ancora più precise su di noi. Gli Amazon Kindle sono in grado di immagazzinare dati mentre leggiamo un libro come percepire quali parti sono state lette più velocemente, quali più lentamente.

In futuro i modelli di eBook saranno anche dotati di sensori biometrici capaci di indicare la frase del libro che ha creato più emozione, quella che ha fatto sorridere o quella che ha fatto commuovere. Mentre leggiamo il dispositivo legge noi, raccogliendo informazioni talmente precise che, se processate con un algoritmo, sanno consigliare il prossimo libro adatto ai nostri gusti. Sembra fantascienza, ma è la realtà, soprattutto per i giganti del web.

amazon

Dai grandi colossi ai retail fisici

Fare proprio il dataismo è oggi una mission anche per i punti vendita. Il field marketing evoluto deve beneficiare anch’esso dello studio dei dati e delle risposte che essi forniscono sui consumatori. Non ci sono dati, però, senza il digitale. Occorrono, quindi, due mosse per poter attuare strategie data-driven.

1. Digitalizzare il punto vendita

Il retail si conferma ancora come il luogo di acquisti prediletto dai consumatori. Sempre più spesso però le persone preferiscono usufruire di strumenti digitali all’interno del punto vendita, come app scaricabili sul proprio smartphone o totem interattivi, per integrare e arricchire la propria esperienza in store. L’84% dei Millennials infatti afferma di essere ben disposto a ricevere comunicazioni push sul proprio smartphone durante le diverse fasi del processo d’acquisto, mentre il 43% dei clienti è disposto a ricevere offerte in tempo reale personalizzate all’interno del punto vendita stesso (Dati Digital Trends). A questi dati si aggiunge il fatto che il 46% degli individui dichiara che l’interazione con il proprio brand attraverso i social network ha aumentato l’apprezzamento verso quest’ultimo.

I retail quindi possono rispondere alle esigenze dei propri consumatori partendo dalla digitalizzazione dello store. App, device, interazione social media, sono tutti strumenti che moltiplicano i touchpoint brand-cliente e amplificano la Shopper Experience.

2. Raccogliere e leggere i dati

Se i colossi di internet hanno i loro algoritmi da interpellare, anche realtà più piccole come i retail possono usufruire di servizi analoghi per conoscere i propri consumatori. La digitalizzazione dello store infatti riesce ad aumentare il flusso di informazioni sui clienti che, lette e interpretate, forniscono una visione chiara delle aspettative specifiche di ogni consumatore. Servizi di Business Intelligence sono in grado di raccogliere i dati, normalizzarli e decifrarli: elaborano indicatori sulla situazione attuale delle proprie azioni commerciali e del target di riferimento, cioè danno risposte a interrogativi come ‘quali cambiamenti fare in store’, ‘che tipo di sales promotion attivare’ o ‘quali azioni di marketing customizzate intraprendere’. In breve, i servizi di Business Intelligence forniscono risposte su come moltiplicare le proprie occasioni di business.

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