Hanno tra i 22 e i 17 anni, sono attratti da video e immagini e sono la prima generazione mobile first. I post-Millennial o Generazione Z sono i neo-consumatori di oggi. A differenza dei fratelli maggiori, i Millennial, che sono già immersi in gran parte nel mondo del lavoro, la Generazione Z si sta affacciando al mondo degli adulti e gran parte ha già disponibilità di acquisto. Dopo studi e ricerche sulle abitudini di consumo delle generazioni precedenti, è giunto ora il momento di chiedersi come i nativi digitali affronteranno i propri acquisti, ma soprattutto, andranno ancora nel retail fisico?
A ogni generazione il suo
Ogni generazione ha un proprio modo di concepire il mondo in cui vive, influenzata da miti, cult e periodo storico. E tutto questo va a influire anche sulla modalità di scelta dei prodotti e sulla visione del consumo.
I post-Millennials sono la generazione digitale per eccellenza. Il loro è un mondo connesso, veloce ma per nulla superficiale. Ciò che li attrae principalmente sono immagini e video sul web e, a differenza dei Millennial, sono molto propensi anche a crearne oltre che a condividerli. Per questo con loro vincono social come Youtube, Instagram, Snapchat e per ultimo Facebook. Da una ricerca di US Chamber of Commerce Foundation emerge infatti che nel 2014 ben il 25% dei giovani tra i 13 e i 17 anni abbia abbandonato Facebook, mentre siano rimasti seguitissimi i social più di nicchia come i primi citati. La Generazione Z è anche la generazione del se non so una cosa la cerco su Google e se non so fare una cosa la imparo con un tutorial su youtube, una generazione pragmatica che non perde tempo.
Generazione Z e retail: una generazione esigente
Attenzione però, questa generazione non vive solo in un mondo virtuale. Al contrario, da una ricerca di Accenture, svolta su circa 10.000 consumatori in 13 paesi, sappiamo che il 77% della Generazione Z preferisce visitare lo store fisico e il 46% afferma di vivere lo store come un touchpoint informativo per sapere di più su prodotti che potrebbe comprare online.
Quello che li spinge a entrare in un negozio è proprio la possibilità di interagire con il prodotto e con il personale addetto alla vendita, che deve essere ben informato e competente. Questi nuovi consumatori infatti hanno grande dimestichezza con la ricerca di informazioni sul web. Se giungono allo store fisico è perché si aspettano di più, they want more.
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Con loro non scompare l’importanza dell’esperienza nel punto vendita dunque ma la fedeltà al brand sì. I post-Millennial sono consumatori infedeli: soltanto il 5% si rivolge sempre allo stesso brand o store per il proprio shopping contro il 26% della generazione precedente, i Millennial.
Feedback is fun
Sempre dall’indagine di Accenture emerge che ben il 70% dei post-Millennial ha scritto almeno una recensione dopo aver fatto shopping e ben il 40% afferma di aver dato in qualche modo un feedback sul prodotto. Questi ragazzi non hanno paura di dire la loro, anzi condividere opinioni è importantissimo. Rispetto alle generazioni precedenti, in particolare ai Baby Boomers – i nati tra il 1945 e il 1960 – la Generazione Z non è disposta ad ascoltare passivamente la descrizione di un prodotto in modalità televendita. No: la Generazione Z ha un approccio molto concreto al brand, cerca interazione, dialogo e opinioni vere. E con questo si spiega l’aumento di influencer, youtuber, e blogger.
Viva l’omnichannel
Ecco allora che l’omnicanalità rimane l’unica vera strada da intraprendere oggi per affrontare il domani. L’omnichannel permette al giovane cliente di interagire in store e comprare online, o curiosare online e comprare in store. L’omnicanalità deve essere soprattutto social però: mai come oggi è una scelta obbligata per il retail quella di fare stories, foto e video di quello che accade nel punto vendita, dei nuovi arrivi o delle particolarità dei nuovi prodotti.
Customizzare, customizzare, customizzare
E con una generazione fatta di persone con almeno un profilo social attivo e cresciuti con infiniti canali TV personalizzati per età, tipologia e sesso, non può che vincere una shopper experience personalizzata e profilata: più che con le generazioni precedenti, con i post-Millennial è necessaria una profilazione cliente e proposte customizzate sia online che in store. Non a caso il 70% degli intervistati da Accenture ammette che vorrebbe un canale fashion che offra proposte pensate appositamente per loro.
Digitali, pragmatici, consapevoli e no perditempo: ecco chi sono i nuovi consumatori del retail.
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