Da ogni convegno o articolo di settore da tempo giunge un mantra: il retail non è morto, anzi è l’anima del nuovo commercio. Come emerge dall’ultimo Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, il negozio del 2018 sarà il vero protagonista e si avvicinerà sempre più a un eCommerce fisico: beneficerà di tutto ciò che il digitale mette a disposizione, in un approccio onmicanale. Il beneficio è in senso duplice: per il consumatore che ottiene un’esperienza di acquisto più vicina alle proprie aspettative e per i retailer e i Brand che ottengono sempre più dati grazie al digitale – il petrolio del nuovo millennio- sul comportamento delle persone.
Ma perché accontentarsi solo dei dati che giungono dal canale online? Perché non svolgere analisi nel punto vendita per comprendere il tasso di conversione delle proprie attività field?
Omnicanalità e analisi nel punto vendita
L’eCommerce non ha sconfitto il negozio fisico, al contrario ha incentivato i retailer a trasformare il punto vendita. La sfida è andare verso il new retail dove online e offline si fondono in un’unica esperienza. Dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail giungono alcuni numeri rassicuranti a riguardo: il 95% dei retail sono ormai presenti anche online con un eCommerce o sito internet, il 31% ha un’applicazione dedicata e il 64% ha un’iniziativa di Mobile commerce. Tutta questa multicanalità porta informazioni sul comportamento d’acquisto delle persone grazie a dati pre-sales e post-sales…e durante l’acquisto nel punto vendita?
Su un sito online si può sapere quante pagine vengono visualizzate, quali di più e quali di meno, i prodotti più venduti, quanti acquisti non vengono portati a termine e così via.
Se la tendenza è portare nel negozio fisico tutto il meglio di quello online, perché dimenticarsi dei physical analytics, cioè di fare analisi nel punto vendita per capire come il consumatore interagisce con ambiente e prodotti?
Più che di multicanalità, la messa a disposizione di diversi canali per il consumatore, si tratta allora di omnicanalità: l’integrazione e la fusione su ogni ambito di digitale e fisico. Questa integrazione non è solo a favore del consumatore ma anche del Brand e dei retailer.
Omnicanalità e realtà italiana
Analisi nel punto vendita: Flow e i physical analytics
Avere analytics per il retail al pari di quelli online è possibile con Flow, un sistema di footfall analysis che rileva in tempo reale l’affluenza e la permanenza di persone all’interno di spazi circoscritti.
Sviluppato da un partner di Free-Way, Flow è un piccolo dispositivo applicabile a qualsiasi superficie che, ispirato agli analytics del web, monitora le presenze suddividendole in base al comportamento degli utenti.
I suoi sensori infatti rilevano i dispositivi mobile con connettività WiFi attiva catalogando gli utenti come impression, quando sono semplicemente all’interno della zona monitorata, e come engagement, quando sostano maggiormente nello spazio circoscritto, con particolare attenzione a specifiche aree.
Attraverso una dashboard è possibile visualizzare questi dati, le Heat Map, le metriche di ritorno e personalizzare le misurazioni in base alle proprie esigenze.
Questi numeri, i physical analytics, permettono di ottenere diversi dati:
- i giorni e le zone con più affluenza
- gli orari più caldi per il Brand nei punti vendita
- il tasso di conversione delle singole attività in store, cioè il livello di engagement dei consumatori nel punto vendita in riferimento a specifiche attività implementate.
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1) Testare i layout espositivi
Grazie alle sue dimensioni contenute, il dispositivo è applicabile a qualsiasi tipo di materiale, durevole e non durevole. Posti sui layout è possibile comprenderne l’appeal che hanno sul consumatore oppure se le nuove strategie visual sono più impattanti rispetto a quelle installate in precedenza. La dashboard infatti registra impression ed engagement dei singoli dispositivi confrontandoli in un grafico di facile lettura e sempre aggiornato.
2) Testare le attività in store
E se vengono organizzate in store promotion, promozioni a volantino o attività con promoter o hostess, Flow permette di monitorare queste azioni grazie alla funzione evento: il grafico mette in risalto i dati legati a questi momenti per confrontarli con le giornate senza attività.
3) Migliorare la customer experience
La quantità di tempo dedicata all’analisi dei questi dati, uniti a quelli provenienti dal digitale e a quelli di venduto, è tutta qualità a beneficio del punto vendita e del consumatore. Capire quali sono i punti di maggior affluenza, quali sono gli espositori o le giornate e gli orari che permettono una migliore interazione con il prodotto, non è solo un plus per il Brand ma lo è soprattutto per le persone. Comprendere il comportamento dei consumatori in store significa voler migliorare la loro relazione con punto vendita e Brand.
L’idea è venuta lavorando
L’idea di mettere a disposizione dei Brand clienti Flow è venuta lavorando: in Free-Way era sempre più necessario offrire non solo la singola attività di promozione in store o il singolo materiale, ma anche uno strumento per rendere intelligenti questi servizi.
Perché non permettere ai Brand di monitorare l’attività anche durante lo svolgimento stesso? Perché non comprendere quanto un’isola o un espositore siano veramente impattanti sul consumatore in uno specifico store? E l’importanza di fare analisi nel punto vendita è ancora più elevata quando si parla di Brand con attività diverse in tutta Italia.
Ed è così che le attività di Free-Way non sono solo più semplici servizi ma vere e proprie soluzioni per chi guarda già al punto vendita di domani e all’omnicanalità.
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